Di che cosa stiamo parlando?
Cerchiamo di capire bene cosa si intende per prodotti biologici.
Quando parliamo di alimenti di questo tipo, diamo per scontato che siano di origine sicura e controllata, che le materie prime siano di buona qualità ed esclusivamente naturali, che vengano utilizzate specifiche metodiche di produzione e che il prodotto finale non contenga sostanze estranee (ad esempio coloranti, aromatizzanti, insaporitori, etc.).
Una curiosità!
Il termine “biologico”, che associamo erroneamente a tutti quei prodotti che hanno queste caratteristiche, risulta una definizione inappropriata. Tali alimenti infatti andrebbero classificati come “organici” (al riguardo, già a livello europeo, non si parla più di agricoltura biologica, ma di agricoltura organica ed è altamente regolamentata da una specifica disciplinare di produzione).
L’aggettivo biologico infatti significa semplicemente che è relativo alla biologia e quindi agli organismi viventi e ai loro processi vitali.
In effetti, se ci pensate, si può parlare di prodotto biologico, come ad esempio una mela biologica, solamente quando sarà possibile anche produrla sinteticamente, ad esempio una mela costruita in laboratorio. Fino a prova contraria, una mela rimane sempre e comunque un alimento biologico, indipendentemente dalle tecniche colturali impiegate.
Agricoltura biologica
Fatta questa precisazione possiamo tornare all’argomento principale. La coltivazione biologica si pone come scopo quello di produrre alimenti considerando l’intero ecosistema agricolo e sfruttando il più possibile la naturale fertilità dei terreni, i quali verrebbero sostenuti attraverso il minor uso possibile di fertilizzanti sintetici, pesticidi e medicinali chimici.
Questo non significa però che tali sostante siano del tutto assenti e che non vengano assolutamente utilizzate. In definitiva, non possiamo ritenere gli alimenti biologici “immacolati” e naturali al 100% o esenti da ogni trattamento. D’altra parte, oggi come oggi, un sistema produttivo biologico in senso stretto non consentirebbe di sfamare la popolazione (in accordo con la FAO), perché già un 30% della produzione potenziale viene perduto per cause parassitarie.
Noi consumatori dobbiamo essere consapevoli che, dietro un prodotto biologico, esiste – o dovrebbe esistere – prima di tutto un metodo di coltivazione incentrato sul rispetto della natura, quindi con un impatto ambientale ridotto rispetto alle tecniche tradizionali.
Da un punto di vista nutrizionale inoltre, per mangiare prodotti di miglior qualità, ricchi di nutrienti e vitamine, il consiglio è quello di mangiare verdura e frutta di stagione e non importata. Se la globalizzazione ci ha reso da un lato le cose molto più semplici facendoci trovare frutti non del nostro territorio eliminando distanze e stagioni, dall’altro ha impoverito enormemente la qualità di tali prodotti. Per trovarli facilmente sulle nostre tavole infatti i frutti spesso vengono raccolti acerbi nei luoghi d’origine, congelati e fatti maturare in un secondo momento.
Mangiare carne buona si può!
Un altro problema dell’alimentazione odierna è dato dalla qualità della carne, che negli ultimi tempi viene largamente demonizzata.
Sicuramente avremo sentito parlare di polli a cui danno un sacco di antibiotici, di carne importata dall’estero dove la Legislazione permette l’utilizzo di ormoni e altre sostanze nocive, o di mangimi altamente scadenti.
Un modo per mangiare carne di buona qualità, o più “biologica”, c’è: la cosiddetta carne “grass fed” o carne sostenibile, ricavata da animali che crescono al pascolo in piccole aziende agricole, dove si praticano metodi di produzione più umani rispetto agli allevamenti intensivi.
Questa modalità infatti riporta la qualità della carne a com’era un tempo, ossia migliore! Infatti la carne derivata da bestiame allevato al pascolo è molto più ricca di omega 3, antiossidanti e vitamine e presenta meno batteri resistenti agli antibiotici. Peraltro i capi eviterebbero di essere nutriti a mangimi, per lo più importati dagli Stati Uniti, costituiti da mais e soia anche OGM.
Le uova del contadino
Un discorso simile possiamo farlo anche per un altro alimento di origine animale, le uova. Se ne avete la possibilità, procuratevele da un contadino che alleva le galline non in maniera intensiva e che le alimenta nella maniera corretta; invece se le acquistate nei negozi, assicuratevi che siano uova di galline, non solo allevate a terra, ma anche libere di razzolare. In questo modo potrete essere più sicuri di mangiare uova con un miglior potere nutrizionale.
Un cambiamento nutrizionale importante
Applicare queste modifiche all’alimentazione ci permette di migliorare enormemente la nostra qualità di vita. vitamine.
Fate attenzione che tutto quello che trovate come “biologico”, confezionato e non, lo sia veramente e siate consapevoli del vero significato di questo termine!
Dott.ssa Carolina Capriolo
Biologa Nutrizionista
PS: Se ti ha colpito l’articolo o vorresti approfondire l’argomento lascia pure un commento qui sotto e dicci cosa ne pensi
vero per me ma la maggior parte delle persone non conosce che la maggior parte dei problemi riguarda proprio la nutrizione.
un articolo chiaro e intelligente. Grazie