Il mondo delle arti marziali
Sintetizzare tutto sulle arti marziali in un solo articolo è davvero complicato. Io ci proverò per darvi uno sguardo d’insieme se siete attratti da queste discipline e, magari, state pensando di iniziare a praticarle. Innanzitutto c’è una distinzione doverosa da fare, ovvero quella tra arti marziali e sport da combattimento.
Noi faremo riferimento alle ultime, intese come discipline sportive da cui trarre beneficio e divertimento.
Si dice spesso che le arti marziali siano sinonimo di sopravvivenza
…mentre gli sport da combattimento siano il vero e proprio sport. Se ci pensate, questa distinzione non è banale.
In un combattimento sportivo, ci si trova uno contro uno su un tappeto, consapevoli delle tecniche e del fatto che chi ho di fronte, sia in procinto di attaccare non di certo per uccidermi. Nei combattimenti sportivi ci si affronta tra atleti misurando le capacità strategiche e quelle non meno importanti di incassare i colpi.
Le arti marziali sono invece combattimento di vita
Non c’è un arbitro a fermare il match, nè la barella da infortunio. Il principio è quello di non usare la forza ma l’ingegno per mettere KO l’avversario, tornando a casa tutti sani e salvi.
Dato che il panorama delle arti da combattimento è vastissimo, ci soffermiamo su quelle più note e più diffuse, per darvi un quadro generale se siete in procinto di iniziare o avete solo voglia di farvi un’idea.
Le arti marziali cinesi
Partiamo da quelle cinesi, di cui si potrebbe scrivere un’enciclopedia a parte. Sono quelle definite di “stile di vita” perché incentrate sulla ricerca della propria energia interiore.
La più nota è Saholin, considerata l’arte madre di tutte le arti marziali, le cui forme coreografiche si ispirano a 5 animali: la Gru, il Serpente, il Drago, la Tigre e il Leopardo.
Molto conosciuto è anche il Taiji, meglio noto dalle nostre parti con il nome di Ginnastica Dolce. Adatto a chi è alla ricerca del proprio essere e della propria energia da sprigionare al mondo, il Taiji non insegna tecniche di difesa ma è un vero e proprio “corso di stile interno”.
Le arti marziali giapponesi
Tra quelle Giapponesi, in estrema (ahime) sintesi, menzioniamo il Karate-do, il Judo e, infine Jujitsu.
Per ognuna di queste l’obiettivo è l’autodifesa in virtù della ricerca della propria energia interiore che deve trascendere da grandezza, forza fisica o caratteristiche esteriori.
Il KI giapponese è proprio questo e va curato in un percorso di allenamento a vita, che non ha tempi ne modi, ma soltanto pura dedizione.
Il Karate-do è la più famosa delle arti marziali giapponesi, al punto che esistono così tante declinazioni da renderne molto difficile una descrizione esaustiva. Di recente è stata proposta come disciplina olimpionica, ma non è stata ammessa alle gare. Viene spesso definita come la disciplina della mano nuda.
Judo è la sintesi perfetta del senso delle arti marziali giapponesi: non utilizzare la forza per mettere KO l’avversario. Il judo ha assunto una connotazione marcatamente sportiva e consiste nell’opporre alla mossa dell’avversario, una mossa uguale e contraria.
Molto simile al Judo è il Jujitsu, perché anche in questa disciplina il concetto non è l’attacco ma la difesa. Rispetto al Judo, il Jujitsu presenta una vasta gamma di tecniche di calci e pugni, ma anche di cadute. Tra tutte le discipline, forse è quella più “movimentata”.
Come anticipato a inizio post, la carrellata delle arti marziali potrebbe proseguire ben oltre quanto scritto. Se hai voglia di condividere con noi la tua disciplina preferita, scrivimi nei commenti.
Silvia Ciuffetelli
Sport-Addicted
PS: Se ti ha colpito l’articolo o vorresti approfondire l’argomento lascia pure un commento qui sotto e dicci cosa ne pensi
Sulle arti marziali vige una grande confusione. Il judo per esempio è la via della cedevolezza, non si batte l’avversario con un’azione uguale e contraria, ma bensì adattando l’attacco sfruttando la forza dell’avversario: se lui spinge io tiro, se lui tira io spingo, ecc. Detto così scioccamente in gergo popolare.
Esattamente Gianfranco!
Grazie del commento!
Silvia