Perché sono importanti?
Tantissime volte abbiamo ripetuto che il nostro corpo è progettato naturalmente per essere sano, e quando qualcosa non va… tende a mantenere il più possibile uno stato costante di funzionamento, detto omeostasi.
Ci sono alcuni fattori però che contrastano questa sua natura e lo ostacolano. Tali fattori sono di natura diversa e sono conosciuti come “fattori stressanti”:
– Possono essere Mentali: ansia, perdite, problemi di vita
– Biologici: infezioni, carenze nutrizionali, disidratazione, mancanza di riposo
– Chimici: agenti tossici, metalli pesanti
– Meccanici: urti.
Ad ogni modo, in qualsiasi caso, l’organismo umano cerca sempre di ritrovare la sua condizione di equilibrio, per ritornare ad una condizione il più possibile sana.
Come riesce il corpo a ritrovare l’omeostasi?
Il fisico, tramite il sistema nervoso autonomo, e quello ormonale, in condizioni normali si regola per permetterci di essere più efficienti e con più energie di giorno, mentre durante le ore serali recupera riposando, assimilando i nutrienti e riparandosi.
Quando il corpo subisce un danno, attraverso fasi ben precise dette fasi di guarigione, cerca di ripristinare la fisiologia (la sua funzione normale) e si riorganizza per resistere meglio ad uno sforzo simile in futuro.
L’intensità e la durata dello stress (ossia del danno o “fattore stressante”) determineranno una proporzionale intensità e durata della riparazione che deve attuare successivamente il corpo.
Quando un fattore stressogeno si prolunga per tanto tempo, danneggiando tessuti e cellule ripetutamente, la loro riparazione viene sempre posticipata e non è in grado di attuarsi con la stessa velocità. Inoltre le carenze nutrizionali che si accumulano rendono ogni riparazione sempre più difficile.
Le fasi di guarigione in caso di stress biochimico
Una volta che si cerca di colmare le carenze nutrizionali (principalmente attraverso l’alimentazione, ma anche mediante un’integrazione suppletiva specifica laddove necessario), l’organismo avrà tutte le carte in regola per iniziare ad attuare la riparazione al fine di ripristinare una condizione fisica migliore.
Nel farlo il corpo dovrà affrontare diverse fasi, dette fasi di guarigione. In cosa consistono?
1. Miglioramento iniziale: segue la correzione delle carenze nutrizionali ed ha una durata variabile da un giorno ad un mese. Tra le fasi di guarigione è la più breve.
2. Fase di riparazione: durante questo periodo calano i livelli degli ormoni dello stress (adrenalina, cortisolo, dopamina) e l’organismo inizia a riparare. Questo comporta un aumento della stanchezza, dei livelli infiammatori (che si può manifestare con dolori, fastidi, prurito, eczemi, brividi, etc.), maggior debolezza muscolare. Durata media è di 1 – 3 mesi.
3. Fase di contrazione: questa fase prevede un aumento della diuresi, sbalzi d’umore, fastidi del sonno, crampi, difficoltà respiratorie. Rispetto alla fase precedente la sua durata è inferiore, da 1 a 3 settimane.
4. Fase di maturazione: fase di continuo graduale miglioramento fino al raggiungimento di una condizione ideale. La durata è pari a circa 1 – 2 anni.
Come affrontarle al meglio?
Essere consapevoli dei sintomi che possono presentarsi in ciascuna di questi periodi ci permette di riconoscere ogni fase e di andare incontro, nella maniera corretta, alle necessità specifiche del fisico.
Sostanze nutritive e farmaci possono influenzare in maniera diversa le diverse fasi, ad esempio il cortisone, la vitamina D, la vitamina C, gli antibiotici, gli antidolorifici riducono l’intensità dei sintomi della fase riparativa; al contrario elementi come la glutammina, il magnesio e le vitamine del complesso B possono promuoverne i meccanismi.
Questo significa che anche ciò che mangiamo può influire sull’intensità dei sintomi di ognuna delle fasi di guarigione, ad esempio:
– Durante la fase di riparazione è normale avere maggiormente fame, è quindi consigliato aumentare la quantità dei cibi senza però eccedere con quegli alimenti dannosi per fisico (come gli zuccheri semplici e le farine raffinate), inoltre è consigliato consumare con costanza, delle buone fonti proteiche (pesce, carne, uova) e dei grassi sani (avocado, frutta secca, olio extravergine d’oliva, olio di cocco) per agevolare i processi riparativi.
– Durante la fase successiva di contrazione invece è meglio aumentare il consumo di verdura, ricca di fibra, per contrastare la possibile acidità corporea, grazie al suo potere alcalinizzante.
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Fonti:
CAP. 18 “Come vivere 150 anni” Dott. Tsoukalas
Dott.ssa Carolina Capriolo
Biologa Nutrizionista
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