La gravidanza è una fase molto delicata, sia per la mamma che per il bambino ed il giusto apporto di nutrienti per assicurare un buon sviluppo del feto ed un percorso in salute per lei è fondamentale. Vale la pena in questo ambito chiarire alcuni dubbi riguardo specificatamente l’assunzione della vitamina A in gravidanza.
LA PRIMA COSA IMPORTANTE DA SAPERE IN GRAVIDANZA: Ci sono vari tipi di Vitamina A come vedremo in questo articolo nel dettaglio. La cosa principale da sapere è che gli integratori che si assumono in gravidanza devono avere la Vitamina A in forma di Beta-carotene.
Caratteristiche e funzioni della vitamina A
Come descritto nell’articolo dedicato interamente alla vitamina A, tale nutriente si può trovare in diverse forme: retinolo, retinaldeide e acido retinoico. Queste forme le troviamo soprattutto negli alimenti di origine animale (compresi i prodotti caseari), mentre nei vegetali è possibile osservare grandi concentrazioni di carotenoidi, pigmenti che favoriscono la formazione di questa vitamina liposolubile, e per questo motivo detti provitamina A.
Nello specifico questi fattori provitamina A sono il Beta-carotene, l’Alfa-carotene, la Beta-criptoxantina, e sono i pigmenti che donano la caratteristica colorazione giallo-rossa-verde nella frutta e nella verdura. Questi carotenoidi vengono convertiti dal corpo in vitamina A, perché possa svolgere le sue funzioni all’interno dell’organismo.
La vitamina A in gravidanza e anche durante altre fasi dalla vita, vede diversi ruoli biologici, che riguardano soprattutto la visione e la differenziazione cellulare (gioca un ruolo chiave nella formazione e nel mantenimento del cuore, dei polmoni e dei reni). Essa è anche implicata nella comunicazione cellulare, nella funzione immunitaria e nella riproduzione.
Cosa significa esserne carenti?
I livelli di retinolo e di carotenoidi sono tipicamente misurati nel plasma e sono utili per valutare un’eventuale inadeguatezza di vitamina A. Tuttavia, la misurazione di queste molecole a livello di plasma è un’informazione limitativa e relativamente marginale sullo stato della vitamina A, in quanto tali valori non diminuiscono nel plasma fino a quando le riserve di vitamina A nel fegato non sono quasi esaurite.
Invece le riserve di tale nutriente nel fegato possono essere misurate indirettamente attraverso uno specifico test di “dose-risposta”, in cui i livelli di retinolo nel plasma vengono osservati prima e dopo la somministrazione di una piccola quantità di vitamina A. Quando i livelli di retinolo aumentano nel plasma all’incirca del 20%, significa che i valori di vitamina A sono insufficienti.
In ambito clinico, il retinolo plasmatico è un valore sufficiente per documentare una carenza significativa, ma non per quantificarla.
La sottile differenza tra retinolo ed il Beta-carotene
Come abbiamo anticipato poco fa, quando andiamo a quantificare i livelli di vitamina A dobbiamo tenere conto anche di quei nutrienti, i carotenoidi, che sono fattori che vengono convertiti in questa sostanza, e non solo del retinolo.
I valori giornalieri consigliati di vitamina A (RDA) infatti vengono calcolati così: L’organismo è in grado di convertire ogni fonte dietetica di vitamina A in retinolo, dall’alimentazione 1 microgrammo di retinolo corrisponde a 12 microgrammi di Beta-carotene o 24 di alfa-carotene e di beta-criptoxantina; mentre dai supplementi aggiuntivi il corpo è in grado di convertire 2 microgrammi di beta-carotene a 1 microgrammo di retinolo.
Possiamo quindi capire che esiste una sottile differenza tra le due forme di vitamina A: assumere direttamente retinolo non è uguale ad assumere i fattori provitamina A, ossia i carotenoidi, come il Beta-carotene.
La vitamina A in gravidanza
La vitamina A in gravidanza e durante l’allattamento è essenziale per poter assicurare la crescita e la differenziazione delle cellule e dei tessuti del bimbo.
La Società nutrizionale tedesca (Germa Nutrition Society, DGE) raccomanda un aumento del 40% di assunzione di vitamina A per le donne in gravidanza e un aumento addirittura del 90% per le donne in allattamento. Tuttavia, spesso le donne in gravidanza sono esortate ad evitare l’assunzione eccessiva di tale vitamina, soprattutto nella sua forma di retinolo (quella di derivazione animale) perché considerata tossica e pericolosa per lo sviluppo del feto.
Se consideriamo l’apporto di questo nutriente esclusivamente attraverso i vegetali e tutti gli alimenti che contengono i fattori provitamina A però, l’apporto di vitamina A in gravidanza risulterebbe fortemente insufficiente rispetto alla dose raccomandata.
E’ quindi altamente consigliato integrare la vitamina A in gravidanza sotto forma di Beta-carotene, sfruttando le fonti alimentari che ne sono ricche e laddove necessario anche un’integrazione suppletiva di quei carotenoidi che possono essere successivamente convertiti dal corpo in vitamina A (ossia beta-carotene, alfa-carotene, beta-criptoxantina).
In questo modo si può assicurare al feto un giusto sviluppo, al neonato una corretta crescita, e si evita, in entrambe le fasi, gli effetti tossici di un sovradosaggio di vitamina A, sotto forma di retinolo.
Dott.ssa Carolina Capriolo
Biologa Nutrizionista
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Fonti:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17665093
https://ods.od.nih.gov/factsheets/VitaminA-HealthProfessional/
http://www.annualreviews.org/doi/abs/10.1146/annurev.nu.06.070186.001421?journalCode=nutr
http://ajplung.physiology.org/content/262/5/L517.short
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/0378378285901033
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